Anche nel 2019, la Svizzera si conferma di gran lunga il Paese dalla maggiore libertà economica in Europa. Così riferisce il rapporto annuale 2019 dell’indice sulla libertà economica nel mondo, co-pubblicato in Svizzera dall’Istituto Liberale.
Il podio rimane sostanzialmente inalterato, con Hong Kong in prima posizione, sebbene i recenti avvenimenti nel Paese non siano stati presi ancora in considerazione nella classifica. Seguono a ruota Singapore, la Nuova Zelanda, e poi la Svizzera al quarto posto. Sono invece, in sequenza, il Venezuela, la Libia e quest’anno il Sudan a chiudere la lista. Dittature come Cuba e la Corea del Nord non rientrano nel rapporto per mancanza di dati rilevanti.
Il rapporto conferma la relazione esistente tra la libertà economica e lo sviluppo della prosperità. Il PIL pro capite nel quartile dei Paesi più ricchi ammonta infatti a 36770$ lordi, laddove il quartile dei Paesi più repressi arriva a 6140$. Il 10% più povero della popolazione dei Paesi più liberi genera un reddito pro capite di 10646$, contro la somma di appena 1503$ nel 10% più povero della popolazione nei Paesi meno liberi. La speranza di vita nel quartile dei Paesi più liberi si attesta a 79,5 anni, mentre è di 64,4 quella del quartile dei Paesi più repressi.
L’indice di libertà economica di quest’anno osserva una tendenza delle autorità a riconoscere l’importanza dell’imprenditore
Il rapporto di quest’anno osserva una tendenza positiva da parte delle autorità politiche nei confronti dell’imprenditore. Infatti, specialmente nel contesto della globalizzazione, la propensione al rischio e all’innovazione degli imprenditori forniscono nuovi stimoli per la salute dei mercati ovunque. Ciò rispecchia tuttavia, sfortunatamente, un peggioramento generalizzato per quanto riguarda la libertà economica; l’aiuto all’imprenditoria viene espresso da sussidi sostanziali alle attività, basate sul discutibile argomento secondo cui il libero mercato, lasciato a sé, disincentiverebbe l’innovazione a favore della conservazione dei monopoli. Tuttavia, non viene preso in considerazione, in tale retorica, che i finanziamenti non sono spesso allocati a coloro che favoriscono la crescita, quanto a coloro che hanno migliori contatti con le sfere politiche. L’effetto scaturito è spesso l’aumento della corruzione, a svantaggio della dinamicità imprenditoriale. Lo studio dimostra che la migliore istituzione per rinforzare l’imprenditoria è un sistema di libertà economica caratterizzato dalla moderazione del carico fiscale e della densità delle regolamentazioni. Dunque non sorprende che siano i Paesi economicamente più liberi a presentare un alto grando d’attività imprenditoriale.
La Svizzera sullo scenario internazionale
La Svizzera dimostra un leggero miglioramento nell’indice 2019 ed ottiene dunque i punteggi seguenti (su una scala da 1 a 10, dove 10 rappresenta il livello ottimale):
- Ampiezza dell’attività statale: leggero miglioramento da 7,4 a 7,6
- Stato di diritto e protezione dei diritti di proprietà: leggero peggioramento da 8,5 a 8,4
- Accesso a una moneta stabile: stabile a 9,9
- Libertà nel commercio internazionale: stabile a 7,6
- Densità delle regolamentazioni: stabile a 8,5
La Svizzera sembra mantenere un’ottima posizione principalmente a causa della sua politica offensiva di libero scambio e all’inibizione di movimenti anti-mercato. Tuttavia, la posizione relativamente buona rispetto ad altri Paesi non deve donare una falsa impressione: anche in Svizzera, infatti, lo Stato è troppo interventista e ipertrofico. Se la sua attività si riducesse ulteriormente, enormi potenzialità di crescita sarebbero alle porte. Delle misure di privatizzazione, per esempio sulle pensioni, la sanità e l’agricoltura, sarebbero in realtà urgenti al fine di conservare o addirittura di migliorare questo primato europeo.
Tra i 10 Paesi più liberi si trovano, oltre Hong Kong (8,9 punti), Singapore (8,7), la Nuova Zelanda (8,5) e la Svizzera (8,4), seguita dagli Stati Uniti (8,2), e, alla stessa posizione, l’Irlanda (8,1), il Canada (8,1), la Gran Bretagna (8,1), l’Australia (8,1) e le Mauritius (8,1). Gli Stati Uniti mantengono il buon miglioramento a partire dall’anno scorso, ed in generale le fasce alte della classifica rimangono stabili. Tra le altri grandi economie, il Giappone scavalca decine di posizioni e si colloca quest’anno alla 17esima posizione, la Germania rimane sulla 20esima posizione, la Corea del Sud alla 33esima, l’Italia alla 46esima e la Francia alla 50esima. Il Messico si ritrova alla 76esima posizione, davanti all’India (in miglioramento, alla 79esima posizione), alla Russia (85esima), alla Cina (113esima) e al Brasile (120esima). Ancora una volta viene così dimostrato il forte potenziale di crescita di questi Paesi.
Leggi il rapporto:
Economic Freedom of the World (248 pages, PDF)