Informazioni sull'Istituto
Fondato nel 1979, l’Istituto Liberale persegue l’obiettivo di divulgare le idee del liberalismo classico. L’Istituto esamina la tradizione e la cultura svizzera della libertà individuale, della pace e della società aperta, impegnandosi per lo sviluppo di questa tradizione intellettuale. L’autonomia privata basata sulla proprietà e sul contratto, così come il libero scambio di idee e di beni materiali nel libero mercato in regimi decentralizzati, sono suoi elementi centrali.
L’Istituto Liberale è il primo think tank indipendente della Svizzera. Di spirito federale e di respiro internazionale, opera in quattro lingue: tedesco, francese, italiano e inglese.
Le sue attività si concentrano su un’ampia gamma di pubblicazioni fisiche e online, oltre che su una serie di eventi pubblici e privati. L’Istituto gestisce programmi mirati ai giovani talenti della politica, della scienza, del giornalismo e dell’economia, come l’annuale Liberty Summer School. L’Istituto collabora con organizzazioni di riferimento in tutta la Svizzera e a livello internazionale e pubblica numerosi indici accademici per la Svizzera, come l’Indice della Libertà Economica e l’Indice dei Diritti di Proprietà.
L’Istituto Liberale assegna anche il Premio Annuale Röpke per la Società Civile a persone impegnate nella cultura liberale svizzera.
Nella sua sede di Zurigo, l’Istituto gestisce la Biblioteca della Libertà a disposizione di studenti, ricercatori e altre persone interessate.
Sono di nostra gestione anche i siti web dei due influenti economisti liberali Roland Baader (1940-2012) e Anthony de Jasay (1925-2019).
Distinzioni
- Premio di rete della Friedrich August von Hayek Gesellschaft (2021)
- Templeton Freedom Award dell’Atlas Economic Research Foundation (2005)
- Premio Libertà della Fondazione Max Schmidheiny (1991)
Organizzazione
L'Istituto Liberale è sostenuto da un team di personalità liberali impegnate.
Direzione dell'Istituto
Collaboratori associati
Consiglio di fondazione

Daniel Eisele
Avvocato,
Zurigo (Presidente)

Sandro Piffaretti
Imprenditore,
Cham (Vicepresidente)

Victoria Curzon Price
Professore di economia politica, Ginevra

Michael Esfeld
Professore di filosofia della scienza, Losanna

Beat Gygi
Giornalista,
Zurigo

Daniel Model
Industriale,
Weinfelden

Robert Nef
Pubblicista,
San Gallo

Henrique Schneider
Economista,
Appenzell
Comitato dell'Istituto

Carlo Lottieri
Professore universitario, Lugano (presidente)

Paolo Pamini
Docente universitario ed esperto fiscale, Lugano (vicepresidente)

Carlo Garzoni
Imprenditore, Lugano

Carlo Graziani
Economista, Lugano

Enzo Lucibello
Economista, Lugano

Marina Masoni
Avvocato, Lugano

Stelio Pesciallo
Avvocato, Lugano
Revisori dei conti
Marty Revision AG,
Luzern, Schweiz
Filosofia
Il liberalismo origina da un sano scetticismo nei confronti del potere e della coercizione, e quindi anche dello Stato. Da questo scetticismo deriva tutto il vigore e l’urgenza dei principi liberali.
Un ordine liberale come intendiamo realizzarlo nel ventunesimo secolo si basa su una chiara concezione dei diritti umani fondamentali. Queste libertà individuali non possono essere relativizzate senza compromettere la dignità della persona. Per questo motivo, esse meritano tutta la nostra attenzione e il nostro impegno nel difenderle. In particolare, le caratteristiche principali di un ordine liberale possono essere riassunte grazie a tre semplici principi.
La persona responsabile come punto di partenza e finalità
Un ordine liberale necessita un completo rispetto dell’autonomia delle persone. Là dove l’obbligo ha fallito, la libera volontà e l’autonomia privata devono riprendere il sopravvento. In particolare, la responsabilità individuale deve sostituirsi alla coercizione e alle regolamentazioni attraverso un „ritiro ordinato“ di strutture statali che, benché spesso benintenzionate, non fanno altro che produrre delle incitazioni e dei risultati indesiderabili. La persona indipendente, in grado di gestire autonomamente la propria vita, deve quindi essere il punto di partenza, ma anche la finalità, di una società libera.

Soluzioni contrattuali e decentralizzate
La libertà e l’autonomia di una persona non si sviluppano con l’isolamento, ma unicamente attraverso una continua cooperazione all’interno della società civile e del libero mercato. La sua autodeterminazione si manifesta quindi attraverso reti di cooperazione spontanee e contrattuali. Auspichiamo che, là dove ancora oggi prevalgono delle strutture centralizzate, delle entità locali pluraliste possano giocare il gioco la concorrenza. La centralizzazione è un pericolo per la libertà. Un ordine liberale ha anche bisogno di forza e tolleranza per accettare la responsabilità individuale, l’autonomia privata e la diversità che ne deriva. Accanto ai molteplici accordi contrattuali è quindi anche indispensabile la presenza di molteplici unità politiche aperte e decentralizzate.

Solidarietà volontaria
La libertà è il presupposto di una cooperazione e una solidarietà efficaci. Gli odierni obblighi centralisti dettati dallo Stato sociale devono essere sostituiti dall’aiuto spontaneo, mirato e organizzato della società civile. Sostituendo la solidarietà con l’obbligo di aiutare si distruggono le basi della cooperazione armoniosa tra cittadini autonomi.
I tre principi qui descritti — la responsabilità individuale e l’autonomia privata, la cooperazione contrattuale non-centralizzata e la solidarietà volontaria — possono essere intesi come le linee guida di un ordine liberale. Essi rappresentano perciò anche le basi normative delle attività dell’Istituto Liberale.

Tradizione
L’Istituto Liberale si basa sulla tradizionale concezione di libertà che in Svizzera emerse con forza nel tredicesimo secolo. Allora, i confederati formarono un’associazione volontaria basata su un numero limitato di regole comuni per difendere la propria indipendenza dalla tirannia fiscale dell’Impero. Questo evento fondatore — messo in scena dall’opera del drammaturgo e poeta Friedrich Schiller — rispecchia due costanti dell’idea di libertà: il rifiuto della coercizione e il ricorso a degli accordi spontanei e contrattuali. Attraverso i secoli, altre entità territoriali si unirono a questa prima alleanza basata sul valore condiviso della libertà, talvolta superando pure le barriere linguistiche.
Un'idea universale
La libertà non venne ovviamente scoperta in Svizzera, ma è parte dell’eredità culturale dell’umanità. Lo scetticismo liberale nei confronti del potere sta alla base di tutte le società pluraliste, di ogni economia innovativa e prospera e della civilizzazione stessa. Esso trova espressione nelle antiche idee giudaiche e greche secondo le quali i regnanti devono piegarsi alle stesse norme morali che si impongono a tutti e che non possano disporre di poteri illimitati. Fu il filosofo cinese Lao-Tse, nel sesto secolo a.C., a descrivere come un ordine armonioso possa svilupparsi spontaneamente anche in una società senza obblighi statali. Egli si spinse pure oltre dimostrando che l’interventismo e il controllo eccessivo da parte dello Stato contribuiscono soprattutto a compromettere tale armonia.
Germaine de Staël et Benjamin Constant


Ludwig von Mises, Wilhelm Röpke


F. A. von Hayek e la Mont Pèlerin Society
Quando, a seguito delle devastanti conseguenze della Seconda Guerra Mondiale, si trattò di dare il là alla rinascita intellettuale della civiltà europea, l’economista (e più tardi vincitore del premio Nobel) Friedrich Hayek riunì nel 1947 sul Monte Pellegrino, sopra Vevey, 39 personalità liberali di spicco — tra i quali Ludwig von Mises, William Rappard, Wilhelm Röpke, Milton Friedman, Bertrand de Jouvenel e Karl Popper. Con la Mont Pelerin Society nacque anche un’associazione accademica che oggi conta più di 700 membri tra pensatori e professionisti liberali di tutto il mondo rappresentando così una delle piattaforme internazionali più attive nell’esplorazione delle idee liberali e delle loro implicazioni. Friedrich Hayek Nei decenni che seguirono, Friedrich Hayek fu spesso conferenziere in Svizzera e pubblicò qui molte delle sue opere.
L’Istituto Liberale porta avanti dal 1979 la vasta tradizione intellettuale e umanistica della libertà, tradizione scettica nei confronti del potere, dello Stato e del centralismo. L’Istituto si pone come obiettivo di portare linfa nuova a queste idee anche nel corso del ventunesimo secolo.
Premio Röpke per la società civile
Il premio Röpke per la Società Civile vuole ricompensare delle realizzazioni e delle menti in armonia con le preoccupazioni del grande economista e dell’Istituto Liberale. Con questo premio, l’Istituto desidera inoltre manifestare la propria gratitudine alla cultura liberale svizzera e celebrarne la vivacità e la pluralità. Il premio Röpke è attribuito ogni anno.
L'origine del Premio Röpke
L’economista e filosofo Wilhelm Röpke (1899-1966) è tra le più importanti figure liberali della storia recente della Svizzera. Attraverso la sua attività di professore all’Institut Universitaire des Hautes Études Internationales di Ginevra e la pubblicazione di molteplici libri, pubblicazioni e articoli d’opinione nei principali giornali svizzeri, Röpke ha difeso con impegno e eloquenza la libertà individuale, l’economia di mercato e un ordine istituzionale decentralizzato in un periodo in cui molti dei suoi contemporanei simpatizzavano piuttosto con delle ideologie totalitarie.
Wilhelm Röpke simbolizza ancora oggi l’amore per la libertà e la creatività dissidente. Secondo Röpke, il mantenimento di un ordinamento libero e di una società civile dinamica esige che ogni singolo cittadino applichi e rispetti i valori e le norme liberale nella vita di tutti i giorni. Con il premio Röpke per la Società Civile, l’Istituto Liberale ricompensa delle personalità dell’economica, della scienza e della cultura che, attraverso le loro attività, hanno incrementato la presenza degli ideali di libertà nella società.

Tra i precedenti vincitori del Premio Röpke per la società civile figurano:
Javier Milei
Per il suo ruolo pionieristico a livello internazionale nella lotta contro l’espansione dello Stato
Kaspar Villiger
per il suo prezioso operato verso un freno al debito pubblico
Discorso di premiazione «Lo Stato liberaldemocratico come una conquista»
Suzette Sandoz
per il loro impegno di lunga data e imperterrito per la causa liberale nel clima statalista dell’opinione pubblica
Discorso del vincitore del premio: «Hat der Neoliberalismus den Liberalismus beseitigt?»
Dominik Feusi
per il suo contributo al mantenimento della cultura del dibattito e del giornalismo persistente orientato ai valori liberali
Werner Widmer
per il suo contributo nell’evidenziare l’importanza della responsabilità individuale in ambito sanitario
Discorso del vincitore: «Salute e responsabilità personale».
Può trovare il discorso qui anche in video.
Gerhard Schwarz
per le sue lungimiranti proposte di riforma basate sui tradizionali punti di forza delle istituzioni della Svizzera
Video della cerimonia di premiazione
Tobias Straumann
per la sua efficace attività di comunicazione sui contesti economici e i fondamenti commerciali della prosperità
Articolo di Tobias Straumann: «Sind wir so reich, weil die andern so arm sind?»
Martin Lendi
per il suo contributo ad una cultura viva del diritto come principio di una coesistenza pacifica e prospera.
Discorso di Martin Lendi: «Freude am Recht»
Franz Jaeger
per i suoi contributi scientifici a favore di un ordine decentralizzato e di una politica economica ragionevole
Intervista con Franz Jaeger: «Die EU hat den falschen Weg eingeschlagen»
Andreas Oplatka
per le sue pubblicazioni di grande qualità e risolutamente orientate alla difesa della libertà.
Victoria Curzon Price
per la sua difesa della concorrenza fiscale e regolamentare internazionale e di un federalismo competitivo
Discorso di Victoria Curzon Price
Peter Bernholz
per il suo impegno instancable in favore della libertà individuale e dello Stato di diritto
Rapporto di Peter Bernholz
Charles Blankart
per aver contribuito a una partecipazione costruttiva della scienza nel dibattito pubblico e alla chiarificazione delle politiche pubbliche
Discorso di Charles Blankart
Bruno Frey
per i suoi lavori sulle conseguenze della centralizzazione nel contesto europeo
Articolo di Bruno Frey
Beat Kappeler
per il suo impegno in favore di un’etica della responsabilità individuale e contro le deficienze dello Stato sociale
Discorso di Beat Kappeler
Karl Reichmuth
per il suo impegno in favore di un sistema monetario sano e contro gli effetti dell’inflazione
Discorso di Karl Reichmuth