Nel corso degli ultimi 150 anni, in molti hanno dichiarato il loro sdegno nei confronti dell’economia di mercato e dei capitalisti: sono stati scritti romanzi, opere teatrali e pamphlet per denunciare i supposti misfatti del sistema economico in cui vivono i loro stessi autori. L’antipatia e il disprezzo per la “borghesia”, per il ceto medio, per l’industria e il commercio sono stati temi centrali per i più rinomati scrittori e artisti occidentali.
Questi sentimenti sono stati espressi da personalità diversissime, da Gustave Flaubert a Karl Marx, da T. S. Eliot a Pablo Picasso. E si potrebbe continuare ad aggiungere centinaia di voci celebri a questa lista, da Matthew Arnold a Émile Zola. Chi ha espresso il proprio rigetto nei confronti dell’economia di mercato ha preso parte ai movimenti più disparati, dal nazionalismo all’antisemitismo, al socialismo, al fascismo, al comunismo, alle terze vie. L’anticapitalismo continua ad assumere forme sempre nuove anche oggi, tra cui il terzomondismo, il movimento dei verdi, il comunitarismo e i fautori della decrescita felice. Non mancano gli Steve Bannon di questo mondo. L’intellighenzia in auge ha domato a queste collettanee la forza, la legittimità e la leadership che altrimenti non avrebbero avuto. Questo spregio del capitalismo s’è fatto filo conduttore dai radicali del XIX secolo, ai simpatizzanti comunisti e fascisti del XX secolo, fino agli attivisti no-global del XXI secolo, tra le altre iniziative. Più qualcuno rivendica lo status di intellettuale, più aumenta la probabilità che si opponga al corrente sistema economico.
Perché così tanti intellettuali provano astio verso l’economia di mercato? Che cosa può rispondergli? Per molti di loro, le risposte a queste domande sono così evidenti che è inutile porsele. Le ragioni su cui poggiano i loro sentimenti si rifanno alla loro identità più profonda; giungono dai ruoli che giocano all’interno delle società contemporanee e dalle tradizioni storiche che li ispirano. La loro identità, la loro posizione sociale e la loro storia sono all’origine dei loro attacchi contro il capitalismo e la borghesia.
Leggere il rapporto:
Giustizia, libertà e paradossi egualitari
(5 pagine, PDF)